Tanto strepitoso in campo quanto incoerente fuori. Gigi Buffon conferma di essere decisamente meglio tra i pali e in campo che fuori e lo fa con l’ennesima dichiarazione fuori luogo che ovviamente ne sconfessa le gesta e i comportamenti. Tornando sulla finale di Champions League persa contro il Real Madrid, il portiere della Nazionale e dei bianconeri ha stigmatizzato i festeggiamenti di una fetta abbondante di italiani dopo il crollo della Juve: “I caroselli degli altri non hanno peso, non producono in me alcun tipo di reazione se non una specie di orgoglio di non essere così”. Eccolo, Gigione non fa in tempo a sparare l’ennesima sentenza autoincensante che il web, la cui memoria è d’elefante, estrae dal cilindro un video in cui lo stesso estremo difensore espone con entusiasmo uno striscione in cui sottolineava la propria gioia post-Scudetto del 5 maggio 2002: “5 maggio, godo ancora” recitava lo striscione. Ecco, lui era tra coloro che facevano caroselli per la sconfitta sportivamente drammatica dell’Inter a loro vantaggio (sulle modalità bisognerebbe aprire un capitolo a parte), però oggi si vanta di non essere come quelli che fanno altrettanto. Bene, bravo, bis. Che poi, diciamocela tutta, da uno che nella vita vanta apologia del fascismo, il fallimento della sua Carrarese, il buco della sua Zucchi, ammissione di antisportività (“Meglio due feriti che un morto” o “Se mi fossi accorto del gol di Muntari non lo avrei detto”, attacchi neanche troppo velati alle nuove proprietà straniere eccetera eccetera, è difficile aspettarsi qualcosa di meglio. Tranne il silenzio, quella sì che non sarebbe l’ennesima uscita a farfalle di un grande calciatore ma piccolo uomo.
Buffon si vanta di non essere come quelli che facevano i caroselli anti-Juve. Proprio lui!
11 giugno 2017 14 5.271 views-
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